Ad occhi chiusi ricucisco paranoie
Da tre giorni non mi va più di mangiare
Non mi chiedere più di parlarne
Che dalla gola vomito farfalle.
Ti ho vista crescere sotto mentite spoglie
Come fa la pioggia dopo un temporale
Non cresce l’erba mica sull’asfalto,
Ma lascia buchi che fan bestemmiare.
Eppure sai lo rifarei cento volte ancora
Ormai sbagliare è una tendenza abitudinaria
Sono stronzo, si lo so, ma a te piaceva
Ora mandami una foto mentre fai la scema.
La sveglia è per gli adulti
Ma non so lasciarti andare
E preferisco ricordare come ti piaceva
Fare l’amore, fare l’amore.
Lascio un messaggio senza chiedere di capire
Trovarsi e non cercarsi è causa di imprecazione
E anche di grandi mal di testa
E di lunghe sedute di psicoterapia.
Che poi a pensarci bene si sta una favola
Già da due settimane vivo su un’isola
Fatta di vetro e cartapesta,
Però non c’è molto altro, ecco.
E quindi ho chiesto all’anziano saggio dell’isola, che poi sarei io stesso da vecchio, di indicarmi un modo per smetterla di crogiolarmi e vaneggiare tra tutti questi pensieri e lui, da buon vecchio saggio, mi ha consigliato di scriverci su ed io ovviamente ci ho
scritto su una canzone; ma siccome a questa storia non volevo darci più di tanta importanza, ho deciso che questa canzone la lascio a metà: un po’ perché sono pigro e un po’ perché mi stai sul cazzo… e una canzone intera non è che proprio te la meriti.
La sveglia è per gli adulti
Ma non so lasciarti andare
E preferisco ricordare come ti piaceva
Fare l’amore, fare l’amore.
La sveglia è per gli adulti
E non dimenticare come ti piaceva
Fare l’amore, fare l’amore…
E non dimenticare come ti piaceva
Fare l’amore, fare l’amore.